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I cattivi culti del

Cinema horror

Da oltre un secolo, il cinema horror plasma i nostri incubi con personaggi diventati mitici.

Dal vampiro Nosferatu alle trappole sadiche di Saw, ogni epoca ha visto nascere il suo “cattivo”, riflesso delle sue paure collettive. Alcuni sono creature mostruose venute da altrove, altri semplici esseri umani, ma tutti condividono questo potere: lasciare un segno indelebile nella nostra mente!

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Creature disumane

Il cinema horror ha sempre tratto la sua forza da creature inumane capaci di gelare il sangue. Dai vampiri classici agli extraterrestri, passando per mostri e ghoul mutanti, queste figure incarnano i nostri incubi più profondi.

Nosferatu

Si pensa subito a Nosferatu, il vampiro del 1922 la cui figura scheletrica e gli occhi penetranti hanno segnato le fondamenta dell’horror gotico.

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Alien

Più tardi, l’immaginazione di H.R. Giger diede vita all’Alien, lo xenomorfo biomeccanico che incarna la paura suprema dell’ignoto.

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Gremlins

Creature come i Gremlins portano un mix di orrore e umorismo, le loro piccole sagome maliziose seminano caos con maestria.

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Ironia della storia: il film è stato girato senza i diritti di Dracula, e la vedova di Bram Stoker aveva ordinato che tutte le copie venissero distrutte. Fortunatamente, alcune copie sono sopravvissute e la leggenda è nata. Per quanto riguarda Max Schreck, l’attore che interpretava il conte, era così strano e riservato che la gente mormorava che fosse lui stesso un vampiro. Questo mito ha attraversato i decenni e ha ispirato il remake del 2000 con Willem Dafoe.

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L’idea del Chestburster nasce da un mix tra incubo e dolori reali dei due sceneggiatori: Ron Shusett immaginò una creatura che si impianta in un ospite, e Dan O’Bannon, afflitto dal morbo di Crohn e da un’intossicazione alimentare, trasformò questa sensazione di mostro interiore in una metafora parassitaria. Da qui nacque una delle scene più traumatiche del cinema horror.

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All’inizio, il team aveva considerato di usare una scimmia vestita, ma l’animale terrorizzato costrinse la produzione a ricorrere a animatronici. Ancora più sorprendente, la prima sceneggiatura di Chris Columbus era molto violenta prima che Spielberg ne ammorbidisse il tono. Nonostante ciò, alcune scene considerate troppo scioccanti (come quella del microonde) portarono alla creazione di una classificazione cinematografica negli Stati Uniti: PG-13.

Assassini mascherati

Tra le figure più iconiche del cinema horror, gli assassini mascherati occupano un posto speciale. Il loro anonimato e il loro silenzio li rendono ancora più terrificanti: dietro una semplice maschera si nasconde un impulso omicida che sembra impossibile fermare.

Da Leatherface in Non aprite quella porta a Ghostface in Scream, passando per Michael Myers di Halloween o Jason Voorhees di Venerdì 13, queste figure implacabili hanno dato vita al genere slasher.

Venerdì 13

Jason Voorhees

Armato del suo machete e nascosto dietro la sua celebre maschera da hockey, incarna il terrore nel cuore del campo di Crystal Lake.

La saga di Venerdì 13 ha segnato la storia del cinema horror imponendo un assassino freddo, metodico e impossibile da ragionare.

Per gli appassionati, questa icona ha ovviamente trovato posto nell’universo delle figure da collezione: la Bearbrick Series 3, disponibile sul nostro sito, include proprio un Bearbrick raffigurante Jason Voorhees.

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Venerdì 13 segnò la carriera di Kevin Bacon. Il momento più ricordato è la sua morte iconica: una freccia che attraversa il collo mentre giace sul letto. La scena, girata con un torso finto e un unico dispositivo di effetti speciali improvvisato da Tom Savini, fu così memorabile che, anche quaranta anni dopo, l’attore confessa di essere stanco di firmare continuamente la foto del suo cadavere insanguinato.

Per quanto riguarda il celebre campeggio Crystal Lake, esiste realmente: si tratta del No-Be-Bo-Sco Camp nel New Jersey. Oggi il luogo offre visite guidate per i fan, che possono esplorare i set del film e portare a casa gadget, come una bottiglia d’acqua ‘Angry Mother’, un omaggio a Pamela Voorhees.

Halloween

Michael Myers

Difficile parlare di assassini mascherati senza citare Michael Myers, nato sotto la macchina da presa di John Carpenter con Halloween nel 1978.

Maschera bianca e coltello da cucina: Michael Myers è l’archetipo dello slasher, un assassino senza emozioni né spiegazioni, la cui sola presenza basta a instaurare una tensione insopportabile.

Il successo del film ha dato vita a una saga cult che continua ancora oggi, con numerosi sequel e reinterpretazioni.

Sul nostro sito puoi trovare un libro dedicato a John Carpenter, vero maestro dell’horror, la cui influenza sul genere resta ineguagliata.

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In Halloween (1978), John Carpenter voleva rendere Michael Myers più di un semplice assassino: una forza maligna indistruttibile, priva di storia e psicologia. Il nome stesso è un omaggio a Michael Myers, un distributore britannico che aveva sostenuto il regista all’inizio della carriera.

Carpenter vedeva il suo personaggio come il male puro, una forza della natura, e la maschera contribuiva a questo effetto di annullamento dell’umano. Quest’ultima era infatti un bricolage dell’ultimo minuto: una maschera di Captain Kirk comprata per pochi dollari, ritagliata, dipinta di bianco e trasformata in uno degli accessori più iconici del cinema horror.

Menti e mostri soprannaturali

L’orrore non si limita a lame e artigli: a volte sono le forze invisibili a provocare i brividi più grandi.

Gli spiriti e i mostri soprannaturali sfruttano le nostre paure più profonde, quelle dell’ignoto e dell’aldilà. Che si tratti dei fantasmi terrificanti di Poltergeist, del demone che possiede Regan ne L’Esorcista, delle agghiaccianti apparizioni di The Ring o della bambola maledetta Annabelle di The Conjuring, queste entità hanno segnato in modo duraturo la cultura horror.

Anche in un registro più ironico, con il burlone Beetlejuice o l’Oogie Boogie di Nightmare Before Christmas, gli spiriti continuano ad affascinare e a nutrire l’immaginario gotico.

Beetlejuice

Difficile parlare di spiriti cult senza evocare Beetlejuice, lo spettro eccentrico e manipolatore che perseguita i vivi nel film di Tim Burton. Allo stesso tempo comico e inquietante, incarna alla perfezione quel mix di umorismo nero ed estetica gotica che è quasi diventato il marchio di fabbrica del regista.

La sua silhouette a strisce bianche e nere e il suo aspetto folle lo hanno reso un personaggio cult della pop culture. Oggi ampiamente rappresentato nell’universo dei toys, Beetlejuice è disponibile in Bearbrick sul nostro sito.

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Oogie Boogie

In un registro più cupo e musicale, Oogie Boogie si impone come il grande cattivo di Nightmare Before Christmas (1993). Fatto di tela di juta brulicante di insetti, incarna la minaccia in agguato nell’universo di Jack Skellington. La sua presenza aggiunge un tocco di orrore al mondo immaginato da Tim Burton e Henry Selick.

Per chi ha amato il film, Oogie Boogie è disponibile in Bearbrick 400% sul nostro sito. È inoltre proposto in versione 100% accompagnato da Santa Jack !

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In Beetlejuice (1988), Tim Burton trasformò un progetto inizialmente concepito come film horror in una commedia macabra. Secondo lui, Beetlejuice è persino una parodia de L’Esorcista. Originariamente doveva essere un demone alato, ma Michael Keaton portò tanta follia e carisma che divenne una creatura indimenticabile, nonostante avesse solo 17 minuti sullo schermo. Burton e Keaton inoltre diventarono amici sul set, aprendo la strada alla futura collaborazione per Batman.

Alcuni dettagli del film, come gli scheletri rossi e verdi, rivelano già l’universo burtoniano e riappariranno più tardi in Mars Attacks (1996). Infine, il film offre un piccolo omaggio al futuro: Jack Skellington appare per la prima volta, cinque anni prima de Nightmare Before Christmas.

Scopri l'aneddoto Aneddoto Nightmare Before Christmas

Nightmare Before Christmas (1993) rappresenta una tappa fondamentale nella storia dell’animazione: è il primo lungometraggio completamente realizzato in stop-motion, una tecnica incredibilmente laboriosa che richiese quasi tre anni di lavoro, ogni minuto di film rappresentava circa una settimana di animazione. Jack Skellington, l’eroe, necessitò da solo di oltre 400 volti scolpiti per rendere tutte le sue espressioni.

Originariamente, la storia deriva da una poesia scritta da Tim Burton nei primi anni ’80, ispirata dalla vetrina di un negozio in cui il personale scambiava personaggi di Halloween con quelli di Natale.

Il film rende anche omaggio all’universo di Burton: ad esempio, appare il gatto del suo cortometraggio Vincent. Sally è invece ispirata direttamente a Marlene Dietrich e Lisa Marie, musa del regista all’epoca.

Sebbene il film abbia colpito il pubblico per la sua originalità, dovette cedere l’Oscar per i migliori effetti visivi ai dinosauri di Jurassic Park, uscito lo stesso anno.

Umani mostruosi

Nell’orrore, alcuni mostri non si accontentano di uccidere: provano piacere a torturare, manipolare e umiliare le loro vittime, trasformando la paura in un gioco crudele.

Pensiamo prima a Jigsaw (Saw), regista di trappole in cui ogni prova è una sfida sadica, o ad Hannibal Lecter, maestro della manipolazione psicologica che gioca con le menti ben prima di arrivare alla violenza fisica. Citiamo anche Annie Wilkes (Misery), che trattiene e spezza lentamente la sua vittima come si rompe un giocattolo, o i due giovani di Funny Games, il cui sadismo freddo è un vero e proprio intrattenimento. Altri antagonisti estendono questo gioco crudele: i torturatori e i clienti anonimi di Hostel, il sadico collezionista di The Collector e The Collection, o ancora il mostruoso chirurgo di The Human Centipede.

Questi personaggi condividono una caratteristica comune: fanno della sofferenza una messa in scena.

American Psycho

Patrick Bateman

Con il suo abito impeccabile e il sorriso affascinante, Patrick Bateman è la perfetta incarnazione dello yuppie newyorkese degli anni ’80.

Ma dietro questa facciata si nasconde un assassino psicopatico ossessionato dall’apparenza e dal successo sociale. Tratto dal romanzo cult di Bret Easton Ellis, American Psycho (2000) ha segnato il cinema con un Christian Bale agghiacciante, capace di mescolare satira sociale e orrore brutale.

Personaggio diventato cult, Bateman illustra l’idea che il mostro possa nascondersi dietro un volto seducente.

La ReAction Figure di Patrick Bateman è disponibile sul nostro sito, perfetta per gli amanti delle figure cult del cinema horror.

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Saw

John Kramer (Jigsaw)

Nel 2004, l’orrore ha preso un nuovo volto con Jigsaw, la mente malata dietro la saga Saw.

A differenza degli assassini mascherati, John Kramer non uccide direttamente: “mette alla prova” le sue vittime attraverso trappole sadiche dove la sopravvivenza dipende dalla loro capacità di sopportare il dolore. Questo approccio crudele ha aperto la strada al sottogenere del torture porn e ha fatto di Jigsaw una figura imprescindibile dell’orrore moderno.

La figura della bambola di Jigsaw in Bearbrick 100% è inclusa nella Bearbrick Series 12, imperdibile per ogni fan dell’universo di Saw.

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Hostel

Elite Hunting Club

Con Hostel (2005), Eli Roth spinge ancora oltre la logica dell’umano mostruoso.

Qui non ci sono maschere né soprannaturale: solo uomini ricchi pronti a pagare per torturare innocenti. Questo approccio iperrealista sconvolge tanto quanto affascina, perché riflette l’idea che l’orrore più spaventoso provenga a volte dalla realtà stessa.

La Bearbrick Series 13 include un personaggio ispirato a questo film horror.

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Aneddoto American Psycho

American Psycho (2000) è tanto segnato dal suo universo glaciale quanto dall’ossessione di Christian Bale per interpretare Patrick Bateman.
Per entrare nel personaggio, seguì la routine mattutina del romanzo, studiò il testo di Bret Easton Ellis nei minimi dettagli e si isolò dal resto della troupe, conferendo al personaggio quell’aria distante e marziana. La celebre scena in cui Bateman fa il moonwalk con la scure fu totalmente improvvisata dall’attore, che si era battuto per ottenere il ruolo contro Ewan McGregor (Obi-Wan Kenobi).
In origine, il ruolo doveva essere interpretato da Leonardo DiCaprio sotto la direzione di Oliver Stone, ma il progetto cambiò mano prima di arrivare a Mary Harron.

Per prepararsi, Christian Bale si ispirò anche a Tom Cruise nel Late Show di David Letterman, il cui sguardo intenso gli fornì l’energia perfetta per Bateman.
Inoltre, Tom Cruise appare anche nel romanzo di Bret Easton Ellis e vive nello stesso palazzo di Patrick Bateman. I due si incontrano e Patrick Bateman lo chiama "Bartender" in riferimento al suo ruolo nel film Cocktail.

Infine, il finale aperto lascia il dubbio sulla realtà degli omicidi: fantasie o fatti reali? Harron e la co-sceneggiatrice Guinevere Turner hanno insistito sul fatto che, anche se alcune parti sono surreali, Patrick Bateman ha commesso davvero i suoi crimini, forse non in maniera così spettacolare come nella sua immaginazione.

➡ Aneddoto Saw
Aneddoto Saw

Prima di diventare una saga cult, Saw (2004) era solo un cortometraggio di dieci minuti girato da James Wan e Leigh Whannell. Si vedevano già le basi dell’universo, inclusa la terrificante trappola dell’orso invertita e la bambola sul triciclo. Whannell, che interpreta Adam nel film, trovò ispirazione per il mobile di Jigsaw dopo una risonanza magnetica per emicrania.

Girato in appena una ventina di giorni con un budget minuscolo di 1,2 milioni di dollari, Saw incassò oltre 55 milioni, diventando uno dei film più redditizi della storia. Il successo si deve anche ai colpi di scena finali, gelosamente custoditi: per Saw 2 la produzione girò cinque finali diversi per evitare fughe di notizie.

Infine, l’universo visivo del film rende omaggio al cinema horror italiano, in particolare a Dario Argento, i cui guanti neri e la inquietante bambola ereditata da Suspiria compaiono chiaramente.

⬅ Aneddoto American Psycho ➡ Aneddoto Hostel
Aneddoto Hostel

Con Hostel (2005), Eli Roth firma un film horror che ha lasciato il segno… e non solo al cinema. In origine, Roth ebbe l’idea della sceneggiatura scoprendo un sito web che offriva di viaggiare in Thailandia per… uccidere qualcuno, con parte del denaro destinata alla famiglia della vittima (vittima consenziente!). Un concetto macabro che gettò le basi della storia.

Entusiasta del progetto, Quentin Tarantino decise di produrlo e mettere il suo nome sul poster, garantendo così visibilità mondiale.

Hostel ebbe conseguenze inaspettate: la Slovacchia, dove si svolge la vicenda, vide la propria immagine turistica danneggiata al punto da invitare Roth con tutte le spese pagate per tentare di ripristinarla.

⬅ Aneddoto Saw

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